A questo punto, salvo un improbabile accordo in extremis, domani potrebbe essere bocciata sia la richiesta di Vivendi di entrare nel Cda sia la conversione delle azioni risparmio. In particolare, il gruppo non e' convinto che il pagamento di 9,5 centesimi di euro cash richiesto per convertire un'azione di risparmio in un titolo ordinario sia pienamente giustificato'. Entrerebbero così in cassa solo 570 milioni. Una mossa che ha creato scompiglio a Piazza Affari dove oggi i titoli dell'ex monopolista viaggiano, come era prevedibile, a due velocità: le ordinarie segnano un rialzo dell'1,80% a 1,119 euro, mentre le risparmio mostrano un tonfo dell'8,50% a 0,90 euro.
La nota segue la comunicazione di Vivendi che venerdì ha dichiarato di volersi astenere sul voto di conversione delle azioni risparmio in ordinarie.
Diventa quindi sempre più teso il clima attorno all'assemblea degli azioni delle azioni ordinarie, previsto per martedì 15 (il 17 toccherà a chi ha in mano i titoli di risparmio).
Botta e risposta fra Telecom Italia e Vivendi. Intanto, ASATI, l'associazione degli azionisti di Telecom Italia, ha chiesto che la Consob faccia rendere in chiaro le dichiarazioni di Vivendi sull'astensione del voto. "Le relative condizioni, note dal 5 novembre scorso, sono state determinate con il supporto di due advisor di indiscusso standing, Citi ed Equita (di gradimento anche dei consiglieri indipendenti), e risultano comparabili a quelle dei numerosi e recenti precedenti".
La decisione, ha spiegato venerdi' sera una nota del gruppo francese, e' basata su una serie di fattori: in primo luogo, 'Vivendi mette in dubbio la correttezza del rapporto di conversione proposto. "Telecom Italia, nella certezza di aver agito, in questa come in ogni altra occasione, nel pieno interesse del proprio azionariato, rimette come per legge alla valutazione delle assemblee competenti la decisione di dar corso alla proposta operazione di conversione".
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